Negli ultimi anni anche in medicina si sta affermandola la formazione attraverso la simulazione ad alta fedeltà. Con questa metodologia è consentito l’apprendimento in un ambiente sicuro: il sanitario può trarre insegnamento dai propri errori senza pericoli per i pazienti e senza conseguenze psicologiche negative per l’operatore stesso. Vengono utilizzati dei manichini controllati da un software che sono capaci di mimare le più importanti funzioni vitali e che sono soprattutto capaci di modificare il proprio stato a seconda dell’intervento dell’operatore sanitario. Ma l’aspetto più importante non è quello tecnologico. Si possono far lavorare gli operatori in team multidisciplinare ,osservando l’interazione tra i partecipanti e si utilizza una metodica di analisi strutturata (debriefing) che consente di risalire alle cause dell’errore e individuare proposte di miglioramento immediatamente applicabili. Con questo approccio possiamo migliorare non solo le capacitò tecniche del singolo (tecnical skills) ma anche intervenire sulle capacità non tecniche (non tecnical skills) che sono quei fattori umani di pertinenza del singolo e del gruppo (competenze relazionali, organizzazione del team, capacità comunicative, gestione della leadership e della followership, conoscenza dell’ambiente) che un’ormai ampia letteratura ha individuato essere la principale causa dell’errore umano in campo sanitario. I principi che stanno alla base della corretta gestione dei fattori umani in situazione di emergenza sono stati formalizzati in ambiente sanitario negli anni novanta da D. M. Gaba nel cosiddetto CRM (Crisis Resource Managenent).